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don Pino Pulcinelli

 
 
CE LA FAREMO

 


 

Certo la batosta subita è stata forte e ci ha lasciati tutti un po’ tramortiti. La crisi mondiale ha colpito anche l’Italia, ma in modo maggiormente traumatizzante rispetto agli altri paesi europei (ad eccezione della Grecia), per il grosso debito pubblico accumulato (1900 miliardi di Euro pari al 122% del Pil), ma soprattutto perché ci ha trovati impreparati a combatterla preventivamente. Il Governo l’ha sottovalutata continuando a raccontare agli italiani che, essendo noi in condizioni economiche migliori dei nostri partner di Eurolandia, l’avremmo superata semplicemente con un atteggiamento attendista. E per giunta il mondo politico ha preferito mantenere la solita contrapposizione avvelenata dal distorto concetto del bipolarismo invece di perseguire la sana pacificazione per amor di patria che da qualche anno chiedeva il Presidente Napolitano. L’interesse di parte, magari anche quello personale e la ricerca esclusiva del consenso elettorale hanno prevalso sul “bene comune”. Solo quando i mercati hanno suonato la sveglia il Governo ha cercato quest’estate di tamponare la situazione con una serie di manovre che sono state ritenute dall’Europa superate a distanza di qualche giorno dalla loro promulgazione. Era ormai troppo tardi! A questo punto eravamo in balia dei mercati e dello “spread”. La politica veniva commissariata dai mercati e il programma governativo imposto dalla BCE. Per fortuna, a questo punto, prima di entrare nella spirale del non ritorno, è intervenuto Napolitano che, con la sua forte opera di persuasione su entrambi gli schieramenti, è riuscito a realizzare il progetto di un governo super partes con ampia base parlamentare. Ora tutte le nostre speranze per evitare il baratro sono rivolte a questo nuovo Governo, sempreché non venga boicottato non appena presenterà alle Camere i primi decreti attuativi del suo programma. E’ scontato che per avviare la crescita dell’economia, per ridare all’Italia la fiducia che merita e per tranquillizzare i mercati [che, in termini concreti, non sono altro che i nostri creditori] sarà necessario varare misure strutturali e fare le riforme per anni annunciate e mai realizzate. Il tutto non sarà né semplice, né indolore; sono certo però che l’intera società civile non si metterà di traverso: ha già dimostrato in altre occasioni di saper assorbire i sacrifici purché abbiano un obiettivo condiviso e ineluttabile e, soprattutto, siano impostati sull’equità. Crescita ed equità sono proprio le due parole ripetute costantemente in questi giorni, sia da Napolitano che da Monti, per ciò sono ottimista in tal senso. Durante il periodo del governo Monti che spero di durata sufficiente per gettare le basi del rinnovamento, sarà determinante il ruolo dei cattolici e della Chiesa per appoggiarlo in quelle azioni che combattano i privilegi [oggi il 10% degli italiani controlla il 60% della ricchezza del paese], in sintonia con quanto previsto dalla Dottrina sociale della Chiesa. Su questa strada ci si è ben avviati: il mondo cattolico ricompattato – Compagnia delle Opere (“braccio” imprenditoriale di Cl), Acli, CISL, Confartigianato, Confcooperative, MCL, Coldiretti e Famiglia Cristiana – si schiera con Monti. Il Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, dopo il seminario di Todi, ribadisce con chiarezza la propria posizione di porsi dalla parte di chi parla chiaro alla Nazione e avvia un programma serio di risanamento e di ricostruzione della credibilità del nostro paese a livello internazionale. Famiglia Cristiana, si accoda con un editoriale dal titolo “E il Colle scelse Super Mario”. Sono certo che il mondo cattolico manterrà questa posizione anche quando il governo Monti comincerà ad operare. Un’ultima considerazione personale: i due Mario protagonisti del momento, Monti e Draghi, si sono formati culturalmente nelle scuole dei Gesuiti e posso affermare per esperienza vissuta che ciò non guasta! Anche per questo sono certo che riusciremo certamente a risollevarci.

Gian Paolo Di Raimondo

Roma, 15 novembre 2011