DONARE E’ SEMPRE CARITA’ CRISTIANA
 

 


 

«L'atto d'amore che viene espresso con il dono dei propri organi vitali  permane come una genuina testimonianza di carità
che sa guardare al di là della morte perché vinca sempre la vita»
( Benedetto XVI).

 

La Chiesa accetta la donazione di organi. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Il trapianto di organi è conforme alla legge morale
 e può essere meritorio se i danni e i rischi fisici e psichici in cui incorre il donatore sono proporzionati al bene che si cerca per il destinatario
” (CCC 2296).

 


 

 

 

 

 

 

I trapianti degli organi sono accettati dalla Chiesa cattolica e la donazione è incoraggiata in quanto atto di carità. Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica “Evangelium Vitae” ha invitato la comunità cattolica a interessarsi a realtà nuove che a volte trovano nei credenti una certa resistenza. È il caso, per l’appunto, della donazione degli organi. Si è così posto fine, spero definitivamente, alle voci che anche la nostra Chiesa remasse contro le donazioni di organi e i trapianti e contribuisse al ritardo della medicina che in Italia si registra in questo settore rispetto agli altri paesi europei e agli Stati Uniti. Anche dal punto di vista legislativo siamo in linea con le leggi del resto del mondo civile. La legge 1 aprile 1999, n.91 “Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e tessuti” vieta solo il prelievo delle gonadi (ovaie e testicoli) e del cervello, e la manipolazione genetica degli embrioni anche ai fini del trapianto di organo. Ma allora qual’è il problema esistente da noi per il quale i pazienti in lista d’attesa sono ancora molti e il tempo medio di attesa è molto alto? Difficile spiegarselo, se non con l’affermazione, che da noi è quasi del tutto assente la cultura della “donazione da cadavere e da vivente”, forse solo peché manca la corretta informazione che dovrebbe partire dalle scuole di ogni ordine e grado.
Umberto Veronesi, noto oncologo italiano, così è intervenuto sull’argomento per incentivare la donazione da vivente di un rene: “Una lista d'attesa lunga migliaia di nomi è eticamente inaccettabile. Al contrario, è moralmente lecito, oltre che meritorio, il trapianto da vivente, che oggi è oltretutto pratica chirurgica semplice e innocua, come praticamente priva di rischi è la condizione di chi si trova a vivere con un solo rene”. E’ stata una voce nel deserto? Non credo, perché molti sono i personaggi noti della società civile, laici e cattolici, che sono intervenuti e stanno intervenendo per fare informazione e pubblicità sulle “donazioni”. Purtroppo ci vuole tempo e pazienza per modificare l’antica credenza dell’inviolabilità del corpo umano. Ecco perché ancora in Italia non si applica il “silenzio assenso”, nonostante il testo della legge del 1999 abbia stabilito che i cittadini sono donatori salvo diniego, a patto che siano informati. Ma il decreto attuativo non è mai stato scritto nonostante si siano alternate al Governo diverse forze politiche. Ci sarà un motivo? Si vede che prendere una posizione netta a favore dei trapianti di organi non ha un impatto troppo accattivante sull’opinione pubblica. Per fortuna la medicina in questo settore ha fatto passi da gigante e, anche grazie alle nuove tecniche di cross over e desensibilizzazione che riducono le incompatibilità, si contraggono notevolmente le liste di attesa. Voglio riportare di seguito una notizia apparsa sulla stampa il 15 febbraio scorso di un trapianto di rene incrociato con desensibilizzazione che apre una nuova soluzione per i malati di insufficienza renale in dialisi e in attesa di trapianto.

A Roma il 6 dicembre 2017 sono stati effettuati con successo, per la prima volta in Italia, al Policlinico Universitario A. Gemelli dall’equipe chirurgica dell’Unità Operativa Trapianti di rene, guidata dal Prof. Franco Citterio, e all’Ospedale San Camillo dall’equipe chirurgica guidata dal Prof. Massimo Iappelli del Dipartimento Interaziendale Trapianti POIT diretto dal Prof. Giuseppe Maria Ettorre, due trapianti di rene con modalità crociata (cross-over) e con il contemporaneo utilizzo della tecnica cosiddetta AB0 incompatibile. La tecnica consiste nel “ripulire” il sangue del paziente ricevente dagli anticorpi (cioè nel rimuoverli, eliminandoli) contro gli altri gruppi sanguigni in modo che non vi siano reazioni di rigetto. A due mesi dall’intervento i due donatori e i due riceventi godono di ottima salute.

Quando una persona vuole donare un rene a un paziente affetto da insufficienza renale cronica in dialisi, alcune volte non è possibile fare il trapianto del rene perché la coppia è incompatibile: per la presenza di anticorpi contro le caratteristiche genetiche del donatore (anticorpi anti-HLA donatore specifici) o per la presenza di anticorpi contro il gruppo sanguigno del donatore (trapianto AB0 incompatibile). “Per risolvere queste incompatibilità oggi abbiamo a disposizione due tecniche - spiegano Citterio e Iappelli - : il trapianto crociato e il trapianto con desensibilizzazione AB0i. Nel trapianto con modalità crociata vi sono due coppie AB e CD dove ciascun donatore vuole donare un rene al proprio ricevente, ma ciò non è possibile perché in una coppia il donatore A ha anticorpi contro il ricevente B, ma non contro il ricevente D, e nell’altra coppia il donatore C ha anticorpi contro il ricevente D, ma non contro il ricevente B. Si può procedere quindi al trapianto con lo scambio di coppia”. In questo caso il donatore A dona al ricevente D e il donatore C dona al ricevente B. Nel caso in questione il gruppo sanguigno del donatore A non era compatibile con quello del ricevente D e quindi non era possibile effettuare lo scambio, ma lo scambio è stato reso possibile desensibilizzando il ricevente D, cioè rimuovendo dal suo sangue gli anticorpi contro il gruppo sanguigno del donatore A. “Abbiamo dunque, per la prima volta in Italia, usato le due diverse tecniche per risolvere una complessa rete di incompatibilità - proseguono Citterio e Iappelli -: il trapianto crociato e la desensibilizzazione AB0i. Sinora le due tecniche sono state considerate alternative e non complementari. Questi due trapianti non sarebbero stati possibili altrimenti”. Tutto ciò è stato reso possibile dalla costante e ben coordinata collaborazione tra le equipe del trapianto di rene della Fondazione Policlinico A. Gemelli e del Dipartimento Interaziendale Trapianti POIT dell’Ospedale San Camillo di Roma, il Centro Regionale Trapianti e l’ARES 118.

Con questa buona notizia voglio chiudere l’articolo augurandoci che, una serrata opera d’informazione medica e etica possa in un prossimo futuro, innalzare in Italia la cultura delle donazioni almeno a livello degli altri paesi europei e degli Stati Uniti. Con questo proposito si è costituita presso il Policlinico Gemelli, sotto la Presidenza del Prof. Franco Citterio, la Fondazione Italiana Promozione Trapianti d’Organo (FIPTO) con la quale auspico possa collaborare l’intera comunità cattolica romana. C’è veramente bisogno di promuovere la donazione!

Gian Paolo Di Raimondo

Roma, 5 aprile 2018