Riflessioni sulle Letture della Liturgia
12 gennaio 2003
Battesimo del Signore
* Nelle Lodi della solennità della Epifania l'antifona al " Benedictus" così fa cantare: "Oggi la Chiesa lavata dalla colpa nel fiume Giordano, si unisce a Cristo suo sposo; accorrono i Magi con doni alle nozze regali e l'acqua cambiata in vino rallegra la mensa".
A sua volta l'antifona al Magnificat proclama:" Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i Magi al presepio; oggi l'acqua è cambiata in vino alle nozze; oggi Cristo è battezzato nel Giordano da Giovanni per la nostra salvezza".
In queste due stupende antifone c'è tutto il messaggio teologico del mistero della "epifania", cioè della "manifestazione o rivelazione" celebrata in quella solennità e in questa odierna (che almeno nella Domenica seguente del ciclo C sarà seguita da quella delle nozze di Cana nel Vangelo di Giovanni 2,1-12). Si tratta cioè di un unico "mistero", quello appunto della "manifestazione" di Gesù quale è avvenuta in tre momenti paradigmatici della sua vita.
* Infatti la Liturgia dopo aver celebrato a Natale la nascita del Signore Gesù nel silenzioso nascondimento di Betlemme (vero inizio della sua kenosis), celebra subito dopo la sua "manifestazione" in tre momenti epifanici: l'accorrere dei Magi che con i loro doni proclamano la divinità nell'umanità di Gesù; la teofania del battesimo nel Giordano quando il Padre lo proclama suo Figlio e su di Lui scende lo Spirito; infine nel primo "segno" operato da Gesù all'inizio della sua vita pubblica davanti a primi discepoli durante le nozze a Cana. Sono tre momenti che rivelano la presenza della divinità nella umanità di Gesù.
La solennità della Epifania ha celebrato il primo momento (la venuta e i doni dei Magi). Oggi la Liturgia celebra il secondo momento: il Battesimo.
* Il Vangelo (Mc 1,7-11) ci porta nel cuore della celebrazione. Giovanni aveva già annunciato la venuta di "Uno più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere i sandali", che avrebbe battezzato non più nell'acqua ma nello Spirito santo". Accoglie finalmente Gesù, e lo battezza. Mentre Gesù è sceso nell'acqua del Giordano - il fiume che segnava il confine di ingresso nella Terra promessa - in quel momento diventa simbolo dell'ingresso nella fase definitiva della Storia della salvezza, che riporterà l'uomo nella vera Terra promessa: il Regno del Padre. E in quel momento che lo Spirito scende su Gesù, mentre il Padre lo proclama suo Figlio.
* La 1a Lettura (Is 55,1-11), con l'allusione della prima Colletta ("...concedi ai tuoi figli rinati dall'acqua e dallo Spirito....), apre la celebrazione ad un secondo significato del racconto evangelico. Immergendosi nell'acqua del Giordano, Gesù, sul quale è sceso lo Spirito, la santifica, rendendovi misteriosamente presente e operante lo Spirito.
In quel momento, simbolicamente Egli inaugura il nuovo Battesimo, annunciato da Giovanni, il nostro Battesimo, nel quale gratuitamente per la potenza divina dello stesso Spirito, rinasciamo alla vita divina. Innestati in Cristo, con Lui e in Lui diventiamo anche noi "figli" del Padre...
Questa prima Lettura, splendido, lirico canto, insiste sull'invito alla gratuità di quell'acqua battesimale dove lo Spirito, pienezza della Vita divina, Amore infinito della Trinità, prende possesso del battezzato, lo trasforma radicalmente, divinizzandolo, e annullando ogni distanza creaturale con Dio, sazia ogni bisogno del cuore umano con la pienezza di Vita divina che viene donata.
* Isaia annuncia anche l'Alleanza eterna (quella della Pasqua del Signore), nella quale ci introduce il battesimo, una alleanza che si allargherà a tutte le genti. Facendo dono al battezzato di un "cuore nuovo" (Ger 31.31, seg.) dimora dello Spirito Santo, da lui purificato, guidato, e fortificato, il cristiano potrà ormai obbedire al Padre per effetto di quella "natura divina", la stessa di Dio, di cui parla Pietro nella sua seconda lettera (1,4).
Per questo Giovanni nella 2a Lettura può dire: "Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo: e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo, la nostra fede". Certamente! Soltanto la fede ci mette in possesso delle realtà inimmaginabili, abbaglianti che la Parola oggi proclama, quella Parola onnipotente, infallibile, annunciata nelle ultime righe della 1a Lettura.
Ma anche la fede è un dono gratuito!
* Il Salmo responsoriale (Is 12-6) è un canto di gioia e di riconoscenza perché il Signore ha fatto cose grandiose; è il canto del Magnificat scaturito dal cuore della Vergine Maria quando ha sperimentato che il suo seno era abitato dal Dio fatto uomo.
E perciò anche il nostro canto perché oggi sperimentiamo in modo tutto particolare che il Signore ha fatto in noi grandi cose, anzi una cosa stupenda, donandoci la sua stessa vita divina.