Quel cielo che illumina la terra
Il mistero della festa che celebriamo nel bel mezzo dell’estate riguarda una donna che “è andata in cielo”. Cosa può dire, a noi persone di oggi, questo mistero? Per scoprirlo dobbiamo in primo luogo ricordare che l’espressione “cielo” per la Bibbia e per le cose della fede non significa una parte dell’universo, ma indicare una dimensione del tutto diversa dalla terra e da tutto ciò che Dio ha creato per l’uomo, il luogo in cui risiede Dio. In questa prospettiva dire che Maria è stata “assunta in cielo” significa dire che è entrata nella comunione piena con Dio. Il vangelo non ci parla di come si è conclusa la vita di Maria; i cristiani, sin dai primi secoli, meditando sulla sua vita e la sua missione, hanno pensato che, se la risurrezione di Gesù è una strada aperta per tutti quelli che credono in Lui, la prima che deve seguirlo nel suo ritorno alla casa del Padre era Maria, la madre sua. Perché ha già cominciato a vivere una profonda comunione con Dio, unica rispetto a tutte le altre creature, da quando rispondendo all’angelo è diventata la madre del Figlio di Dio e ha vissuto con estrema semplicità e fedeltà questa straordinaria missione.
Ecco dunque il primo significato di questa festa: essa ci riporta al cuore della fede cristiana, che è la risurrezione di Gesù. San Paolo conclude la prima lettera ai Corinzi con l’annuncio della risurrezione, spiegando che Egli ha attraversato la morte ed è entrato nella pienezza della vita di Dio non per sé stesso, ma per noi, per aprirci il cammino, come primogenito di molti fratelli tutti destinati alla stessa eredità.
L’assunzione di Maria al cielo ci manifesta anche un secondo aspetto della vita cristiana: la fede nella risurrezione, nella comunione di vita con Dio che è più forte della morte, non ci distoglie dalla vita che ci è dato da vivere sulla terra. Al contrario, è proprio nella vita su questa terra che la fede nella “altra vita” prende forma. La pagina del vangelo di questa festa ci racconta un momento della vita di Maria. Dopo aver preso coscienza della chiamata a diventare la madre del Messia, Maria va a visitare la parente che viveva in Giudea. Elisabetta la accoglie con parole ispirate da Dio e termina salutandola così: “beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Questa fede di Maria è ciò che l’ha sostenuta fino alla fine della vita; è quella che le ha permesso di stare accanto al suo Figlio dalla sua nascita alla sua morte; è per questa fede che noi crediamo che la sua vita si è compiuta - dopo la morte - nell’incontro con Dio.
Maria è nostra madre anche per accompagnarci nel cammino della fede, che cresce con la nostra risposta a Dio e si conclude nell’abbraccio di Dio. A lei chiediamo di aiutarci a vedere tutte le nostre storie di relazione e di amore come un cammino verso Dio, che mette nel nostro cuore la sete della pienezza e ci lascia totalmente liberi di scegliere il cammino per arrivarci. Il cammino dell’umiltà e della vita semplice di Maria ci ricorda che la vera fede si vive nelle piccole cose quotidiane e che con esse costruiamo - giorno dopo giorno - il nostro incontro finale con Dio.