Sappiamo che l’uomo è per sua natura un essere sociale, creato non per la solitudine ma per la comunione, in relazione con un Altro (il suo Creatore). Pertanto quando si erige contro Dio, l’uomo abusa della propria libertà e si ritrova, suo malgrado, interiormente diviso.
La dipendenza di cui parliamo sta nel fatto che non ci siamo creati da noi stessi e non possiamo vivere senza regole, senza responsabilità, senza parola. La vita vera è relazione d’amicizia, d’amore e di comunione con altri. Siamo chiamati quindi a camminare verso un adeguamento progressivo nei confronti delle cose, degli avvenimenti, della nostra storia, delle nostre relazioni, di fronte alle pressioni esterne e così via.
La vita spirituale è quindi un’autentica scuola di libertà. È l’ecosistema che consente di diventare veramente liberi, osando operare scelte e assumere rischi, non dipendendo più dallo sguardo e dal giudizio degli altri, dal bisogno di riconoscimento o altro. Se dunque è un dono gratuito che Dio fa all’uomo, affinché decida personalmente ciò che lo concerne (cfr. Gaudium et Spes 14, 2), se è un dono da accogliere e non qualcosa da conquistare, la libertà implica necessariamente un cammino di emancipazione che si fonda sulla liberazione che Cristo stesso ci offre poiché soltanto Lui rende l’uomo libero (cfr. Gal 1, 5).
Comunità delle Beatitudini